Il Bar Tucci ha festaggiato i suoi sessant'anni di vita. Il suo creatore, il sor Mario, non è più con noi da qualche tempo ma anche lui, come il suo bar, sarà in sempiterno uno dei personaggi protagonisti della vicenda frusinate. Ci sono luoghi che restano nella storia delle città.
Le mura del Bar Tucci potrebbero raccontare la storia vera della nostra città degli ultimi decenni. Quella vera, insisto, perché esse hanno custodito i dialoghi della politica, degli affari e degli amori di diverse generazioni. Per rendere l'idea a quei tavoli si sono costruiti o sfasciati i governi cittadini, decise le candidature per le elezioni di ogni ordine e grado, stabiliti gli equilibri più o meno trasversali per governare i poteri di tutti i livelli locali e, forse, qualcuno anche di più alto rango. Hanno sorseggiato stabilmente i caffè di Tucci (ma anche, spesso, gli alcolici) ben quindici sindaci: Domenico Ferrante,...
I paparazzi erano rimasti di stucco. L'ingresso dell'Agente M al Teatro Brancaccio sotto braccio alla farmacista bionda aveva del clamoroso. Infatti da quando il ministro delle finanze dello Zar Nicola, principe dei salotti, era assurto a delicatissimi incarichi d'intelligence aveva addirittura incrementato la sua vita mondana e soprattutto la compagnia di avvenenti signore. Purché sempre diverse. L'avvenente ed elegantissima signora, anche lei non ignota alle cronache mondane della capitale, che l'agente M aveva con sé era invece una presenza ripetuta. La faccenda non era sfuggita agli occhi attenti ed esperti dei paparazzi e, in un batter d'occhi, la nuova si era diffusa a ventaglio nei meandri dell'alta società capitolina. Che l'Agente M stesse capitolando e Sua Biondezza vincendo l'impenitenza del già plenipotenziario dello Zar Nicola?
Mentre il suo Agente se la spassava tra velluti e pregiatissimi pizzi lo Zar percorreva nervosamente i corridoi del Palazzo d'Inferno. Le cronache dell'epoca lo descrivevano...
inchiostro
Ospito un articolo del Maestro Tonino Poce, compositore, calligrafo sopraffino e uomo di cultura che nutre una profonda coscienza politica
di Tonino Poce
Qualcosa non mi convince in questa chiamata alle armi per il “No” al referendum sulla riforma costituzionale. C’è qualcosa di innaturale in questa grande coalizione che riunisce destra e sinistra contro una riforma che per anni è stata in testa ai programmi politici di molti di coloro che adesso vogliono affossarla. Mi sfugge la parte oscura di questa caccia all’uomo che indica Renzi come una minaccia per la Costituzione, di questa attesa quasi messianica di un governo salvifico che non si sa bene da quale cilindro debba uscire.
E’ evidente che nella battaglia per il No vi siano ragioni proclamate e altre sottaciute. Altre ancora forse inconfessabili. Vorrei allora tentare di analizzarle, se non altro per comprendere quale altro cataclisma dovremo sopportare. Perché di una cosa sono certo, e...
E’ finita, come nelle più tradizionali sceneggiature hollywoodiane. Che ne dicessero gli inseguitori o gli inseguiti, il risultato di queste elezioni terminate al ballottaggio era scontato.
La trasformazione di M, il riferimento dello Zar che si trovava sempre in un altrove immaginario facendolo infuriare (e nella realtà chiuso nei numeri sempre più difficili dell’amministrazione economica e finanziaria pubblica) in Munazio Planco, potevo scriverla subito dopo il primo turno, quando era finita con uno scarto positivo di 500 voti sulle liste che lo sostenevano. Circa il 2% di coloro che erano entrati nelle urne aveva tracciato una croce “disgiunta” o “secca” sul nome di RC. Un risultato maggiore di quello raggiunto da certe liste, tutte intere, presenti in questa tornata. Quando è così il gradimento dell’elettorato si è già manifestato, è una legge irreversibile a scanso di miracoli. E quelli, i miracoli, si verificano assai di rado.
La battaglia per l’elezione del...
Il tempo sospeso da Covy ha impedito, tra le tante cose, anche la tempestiva presentazione di un libretto di poesie appena stampato quando la pandemia prendeva ad infuriare. Un volumetto di poesie che, credo sempre di più, se ha subito il danno di veder ritardato il suo lancio ufficiale, ha rappresentato nei giorni di esilio una delle migliori letture per i fortunati che ne hanno avuto in possesso una copia. Ciò per i suoi effetti smemoranti, poiché il ritmo quasi ipnotico delle parole del poeta e la musicalità del loro fluire, l’intento mai celato di descrivere attimi sospesi e che ambiscono all'eterno, fanno dei versi contenuti in Erotikà la colonna sonora perfetta per questo tempo, forse irripetibile, di sospensione del tutto.
Erotikà, com'è facilmente intuibile dal titolo, ha un preciso filo conduttore. La sua lettura è fortemente raccomandata agli amanti.
Erotikà è la raccolta di poesie di Amedeo Di Sora, poeta,...
Il popolo mormorava, era diviso. La pestilenza, benché fino ad allora si fosse rivelata clemente con l’Impero, aveva comunque turbato l’animo di molti e continuava a farlo poiché il pericolo era ancora palpabile e i cerusici non rassicuravano punto. Lo Zar che di popolo s’intendeva eccome, sempre intento ad elucubrare spinte sulle quali basare il consenso al quale teneva moltissimo, si era convinto che il progresso, malgrado in tanti della corte lo sconsigliassero (temendo di perdere quel po’ di privilegio che la sorte aveva loro donato), era il miglior percorso da seguire. Egli aveva sempre avuto nella mente per l’Impero una grandeur che quella parigina gli spicciava casa. Così, proprio quando vedeva gli entusiasmi della plebe spegnarsi, seppur lentamente, per il suo favore tirò fuori l’asso nella manica che da tempo aveva preparato. Forte di appartenenze agli stessi ordini cavallereschi, seppur la vita aveva poi divaricato le strade, lo...
Fiuggi - La città di Fiuggi si stringe attorno ad una delle sue guide spirituali: Padre Giulio Albanese. Grande emozione per il missionario comboniano che martedì scorso ha concelebrato con Papa Francesco, la funzione religiosa ricca di emozione si è tenuta presso la Casa di Santa Marta, come ha spiegato lo stesso Padre Giulio: “Oggi ho avuto la grazia di concelebrare con Papa Francesco nella cappella di Santa Marta. Come al solito le sue parole sono state illuminanti!”.
Come riportato da Vatican News, durante l’omelia Papa Francesco ha spiegato “che volontà del Signore è lo Spirito nel cuore”. Una giornata intensa che è stata condivisa anche dall’amministrazione comunale di Fiuggi: “Nel mese di maggio del 2019 conferimmo la cittadinanza onoraria al nostro Padre Giulio Albanese, convinti della missione di Pastore e certi dell’amore verso la sua Fiuggi. Un legame straordinario dimostrato in molte circostanze. Oggi come un anno fa, vedere...
L'Impero sembrava decadente. Un po' come quello romano degli ultimi tempi ma anche peggio. In molti, infatti, sembravano affetti da quella strada malattia che si chiama ora "nostalgia del futuro" ma che all'epoca era solo un'enorme boiata a descrivere coloro che se la fanno sotto perché sanno che non li aspettano tempi migliori, anzi! E infatti tanti temevano il momento, sempre più vicino, che si dovesse sostituire lo Zar alla guida dell'Impero e gli ambiziosi sostituti sembravano (a detta degli osservatori dell'epoca, sia chiaro) uno meno Zar dell'altro anzi, uno più inadatto dell'altro a salire sul trono. Tutti tranne uno. Lo Zar, sebbene fosse incazzato come un lupo digiuno da un anno con il suo più fido collaboratore, ex gran ciambellano ed ora Sua Entità segreta, M, solo in lui continuava a confidare per lasciargli lo scettro, convinto che il contabile che aveva tenuto i conti in ordine, nonostante...
Si avvicinava in quel tempo la grande sfida per la Consultona continentale. Nell’Impero si stavano celebrando gli ultimi giorni di Festa e lo Zar Nicola, scontento per il sottotono con il quale la Capitale imperiale l’aveva trascorsa, aveva costretto Lady VaLentina ad allestire almeno un gran finale, poiché reputavasi disdicevole appressarsi alla gara per la Consultona con una Capitale pallosa. Dopo un consulto con il Gran Ciambellano onde reperire le risorse necessarie e appurato che la pecunia disponibile non avrebbe consentito di esaudire il desiderio del Sovrano, la Lady aveva avuto un’idea geniale che, in gran segreto, chiamarono col Gran Ciambellano ‘Operazione sdoppia la Vecchia’. “Per coprire un’intera giornata di festeggiamenti dedicati ai bambocci – aveva detto l’arguta VaLentina all’orecchio del Gran Ciambellano – costringeremo al doppio lavoro la Vecchiaccia e, per l’occasione, la chiameremo Bifana, cioè doppia Befana. Che pare a Vostra Signoria?” Un brillore attraversò lo sguardo...
Domani, con La Repubblica, sarà in vendita “La sera andavamo in via Veneto” di Eugenio Scalfari. Ne sono lieto, spero che tanti giornalisti leggano quel libro, specialmente i più giovani. Dal 14 luglio scorso, cioè dalla morte di Scalfari, ho pensato molto anche a quel libro e l’ho rispolverato dalla mia biblioteca. Sono rimasto sorpreso da quanto la notizia della scomparsa del fondatore di Repubblica mi avesse colpito. All’inizio avevo attribuito la tristezza eccessiva che mi ha pervaso ad uno degli effetti dell’età: con gli anni le emozioni si amplificano e in fondo Scalfari è uno dei simboli di un periodo storico che se ne va. Col passar dei giorni però ho scoperto che quella sensazione nascondeva molto di più di una nostalgia dei tempi migliori. Ha a che fare, quel malessere, con il mio mestiere, il nostro mestiere.
D’improvviso ho chiarissimo che quel che sto facendo in questo momento,...