Prima assessore poi, da capogruppo del Pd, uomo strategia per rammendare l'Aula zoppa dello Zinga2 cucendo a mano il famoso "Patto d'Aula", poi Presidente del Consiglio, poi soldato semplice quando ha preferito togliersi di mezzo per favorire una qualche chiarezza nel casino delle assunzioni e adesso, senza scoraggiarsi mai, coordinatore della maggioranza consiliare. Praticamente il trend maker dell'amministrazione Zingaretti, quello che deve guidare l'ultimo miglio prima della battaglia elettorale. Fatti questi che anche i detrattori più incalliti del consigliere regionale alatrense Mauro Buschini devono riconoscere. Personalmente non sono mai stato un suo agiografo ma le doti politiche di Buschini le riconobbi già quindici anni fa quando da segretario provinciale dei Ds in una notte conservò la posizione e divenne segretario provinciale del Pd. Non fu una passeggiata. Oltre il GRA, nell'arena dei leoni, non è mai solo una battaglia e ci vuole coraggio. L'incarico, diciamolo pure, farebbe tremare i...
“Conferma della riduzione dell’Irpef per mezzo milione di cittadini e consistente abbassamento dell’Irap per un numero importante di attività economiche del nostro territorio, coinvolgendo nuovi settori in particolare quelli in sofferenza a causa del Covid. Sono questi gli asset della manovra di bilancio appena approvata dal consiglio regionale del Lazio che ribadisce, nonostante le difficoltà di un anno segnato dalla pandemia e da nuovi ingaggi di spesa, l’impegno di quasi 10 miliardi di euro di risorse economiche dal 2021 al 2023 al netto delle spese sanitarie, delle altre somme già vincolate e delle abituali partite tecniche”.
Così in una nota il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti in merito all’approvazione della manovra di bilancio da parte del Consiglio regionale del Lazio.
“Voglio ringraziare tutte le forze, di maggioranza e di opposizione, che hanno contribuito a questo importante risultato e che con un lavoro sempre preciso a attento hanno approvato un bilancio che rispetta gli impegni...
La campagna delle Terre del Sud che lo Zar Nicola ha intrapreso per conquistare un seggiolo nel Gran Consiglio Italico si è conclusa con la vittoria.
Lo Zar, come Carlo Magno, si è inginocchiato nell’Abbazia sul Monte per accogliere sul regal capo l’investitura ad On. Egli ha spento le ambizioni degli avversari di ogni ordine e grado e riaffermato intatta la potenza di quando era a capo dell’Impero. Qualità che ha sempre giustificato quella naturale, doverosa e arcinota arietta di superiorità.
Ovviamente nella capitale dell’Impero, nelle sale del nuovo Palazzo d’Inferno ove ora regna il già M, assurto al trono col nome di Riccardo Munazio Planco detto il Domatore, si stanno preparando i festeggiamenti. Non tutto però è letizia.
Non è ancora chiaro se, come per i generali Romani di ritorno dalle campagne di guerra, lo ZarOn dovrà lasciare le truppe fuori dalle mura dell’Impero, magari al comando del fido Maresciallo Imperiale...