Lo ZarOn, cioè l’onorevole Nicola, assurto alla supercarica di segretario della commissione Bilancio della Camera dei Deputati e, sempre più, volto della Lega quando si trattava di affrontare temi spinosi, era tornato nelle case degli italiani per l’ennesima volta su SkYTg24. Nel breve lasso di un paio di mesi, lo Zar era apparso a ripetizione, tanto che qualche fan irriducibile (gli annali narrano nell’ennesima esternazione dell’alfiere Verrelli) avrebbe gridato al miracolo e costretto tutti i suoi elettori a presentarsi presso la delegazione Scalo per una veglia di ringraziamento.

Orbene, lo ZarOn, noto nell’intera galassia per le sue qualità oratorie (e anche spigolatorie da quando aveva preso a dilettarsi con la pesca dalla sua imbarcazione ancorata in una località segreta del golfo di Anxur, ma questa forse è una diceria del popolo invidioso) era apparso in gran forma ai sudditi dell’Impero che ormai, da quando era stato accolto “in Rome”, divenendo il protagonista di una serie di gran successo,  non riuscivano più a incontrarlo di persona. Tanto che aveva iniziato serpeggiare nei quartieri della parte bassa dell’Impero (quelli in alto erano sempre gli ultimi a sapere) la voce diffusa, guarda caso, dall’alfiere Verrelli, che Egli, lo Zar, fosse diventato ormai un semidio e di conseguenza semivisibile. Circostanza questa che, pare, sembra, si dice, avesse trovato lo ZarOn su tutte le furie poiché, notoriamente, l’ex Sovrano dell’Impero aspirava sempre e solo al massimo. “Non sono mai stato “semi” di niente” avrebbe sbottato al telefono di smeraldo in dotazione al nuovo capo dell’Impero, ovvero M, Munazio il Domatore. Questi, più che abituato alle ire dello Zar, apparentemente non avrebbe fatto una piega ma, secondo le pettegole di palazzo, subito dopo la telefonata, sarebbe andato a rilassarsi per un mese a Cap d’Antibes, ospite di una cara amica a Villa Les Chenes Vert a cibarsi dello spirito fantastico di Jules Verne che ancora echeggiava in quelle stanze. A Palazzo d’Inverno, tutti i notabili della Corte, appreso della partenza improvvisa del Domatore, s’imbizzarrirono più del solito e tramarono contro di lui se possibile con più enfasi di quella che ormai era diventata la norma.

Gli annali narrano (ma non è certa l’identità dell’autore della nota) che al ritorno in patria M, per precauzione contro gli attentati, non avesse voluto mangiare nulla che non fosse stato assaggiato prima dal suo vice Scacciantonio e solo dopo una visita in sogno dello ZarOn che lo rassicurava consegnandogli un plico, avesse ricominciato a schioccare la frusta. Quale sarà stato il contenuto del misterioso messaggio? I più informati dell’epoca sibilavano di una lista di coscritti. E se li aveva coscritti lo ZarOn più che tramare i poverini avrebbero preso a tremare, perché ignoravano quanto dura sarebbe stata la battaglia ma erano certi che ne sarebbero stati l’avanguardia.

Continua…