Ci vogliono più di dieci milioni di euro per comprare il complesso residenziale che fu di Carlo Ludovico Bragaglia a Capri. Fu lui a far costruire quelle ville nel parco, con piscina, giardini, orto e dipendenze, campo da tennis e da bocce. Quella casa, dov’è ancora intonsa la stanza che regolarmente ospitava il Principe De Curtis, cioè Totò, è ancora com’è stata lasciata nei tempi di quell’epopea cinematografica, arredi principeschi compresi. Tra gli ospiti nella villa vi furono altri attori diretti da Bragaglia, tra i quali i fratelli Eduardo, Titina e Peppino De Filippo, Vittorio De Sica e Aldo Fabrizi. Totò vi trascorse lunghi periodi: si narra anche che, quando veniva disturbato dagli schiamazzi dei ragazzi durante le pennichelle pomeridiane, fosse solito lanciare catinelle d’acqua dalla finestra. 

A diffondere la notizia è stata la “Lionard Luxury Real Estate” di Firenze che l’ha messa in venditaI numeri e i dettagli parlano da soli: superficie interni 1.200 mq, superficie esterni 4.824 mq, villa padronale 800 mq, 4 piani, dépendance 400 mq, piscina 113 mq, tennis e calcetto, area gioco bocce, limonaia 139 mq, frutteto 914 mq, giardino 2.967 mq, orto botanico, vista mare.
Questa residenza di pregio occupa una posizione dominante e incredibilmente panoramica, protetta da un parco variopinto e ricco di essenze tipicamente mediterranee. La dimora si compone di due ville attigue ma non comunicanti. La suggestiva villa padronale, con la sua architettura tipica caprese in muratura di pietra calcarea dal caratteristico colore bianco intenso, ha una superficie di 800 mq e si sviluppa su quattro livelli.
Gli interni sono un trionfo di grandi saloni di rappresentanza con pavimenti in marmo pregiato, arredi d’epoca, antichi reperti di epoca romana, eleganti camere da letto con salottino e bagno privato, parquet in legno di castagno, lampade in ferro battuto, stufe in maiolica, mobili del Settecento, preziosi pavimenti in ceramica originari dell’epoca della costruzione, ripristinati dove necessario grazie al lavoro di sapienti artigiani che ne hanno riprodotto fedelmente copia. I saloni si affacciano direttamente sui porticati e sui tre patii del pianterreno, mentre la zona notte, al piano superiore, è accessibile da una scalinata anch’essa in legno di castagno. Al primo piano si trovano le quattro camere per gli ospiti con i rispettivi bagni e cabine armadio, mentre al secondo piano è situato l’appartamento padronale con due camere da letto, bagni e un grande salone, con viste mozzafiato che spaziano fino a Napoli, l’isola di Ischia, il Vesuvio e Villa Jovis. Anche il terzo piano ospita una camera da letto con bagno e locale armadi, loggia e grande terrazzo, con viste a 360 gradi. Gli impianti più moderni di domotica e climatizzazione garantiscono ogni comodità e completano gli innumerevoli elementi di pregio della villa.
Più piccola ma non di minore impatto è la seconda villa, ad uso degli ospiti, realizzata negli anni Cinquanta. Ha una superficie di circa 400 mq, ambienti ampi e luminosi anch’essi con vista a 360 gradi.
Il parco che circonda la proprietà è ricco di vegetazione orto-botanica perfettamente curata, fin’ora sono state catalogate circa centocinquanta essenze, dalle tipiche piante di limoni e da frutto alle piante tropicali. I sentieri in pietra che attraversano il giardino costeggiano il frutteto, la limonaia e le aree relax con panche e tavoli in pietra o in muratura.
Non mancano le occasioni per lo sport e lo svago: nel parco troviamo una grande piscina in vetro Bisazza con idromassagio e perimetrata in marmo travertino, campo da tennis e calcetto e un campo da bocce.

Carlo Ludovico Bragaglia – lo diciamo ad appannaggio di chi non sapesse – era il regista dei telefoni bianchi ma mise sullo schermo anche tanta altra roba, autore di una quantità di pellicole da far paura. Era il coautore, insieme con i fratelli, di un’attività poliedrica e geniale in campo culturale e artistico. Fu insieme ai fratelli uno dei protagonisti della Roma futurista, quella della prima avanguardia teatrale. Fu, insieme ai fratelli, autore del fotodinamismo che cambiò per sempre la percezione e i confini della fotografia (la prima “fotodinamica” fu spedita nel ’13 dalla stazione ferroviaria di Frosinone). I murales di via Ciamarra a Frosinone sono dedicati a lui, il Festival del Cinema Comicittà fu dedicato a lui che, centenario, partecipò a due edizioni.

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