Mi è capitato di vedere il reportage sull’intervento che un buon numero di volontari hanno effettuato presso l’arcinota area denominata “lo Schioppo” che si trova nella zona selvaggia dentro Frosinone (unica città al mondo ad avere un grande polmone verde al suo interno ancora come l’ha fatto Iddio e che, di conseguenza, non vale per le classifiche sulla qualità della vita perché non è verde attrezzato, mah!).
Orbene, nonostante la zona dello Schioppo sia proprietà privata, da qualche anno è stata riscoperta, risistemata e giustamente resa “rifrequentabile” da cittadini volenterosi. Tant’è vero che la pagina sulla quale ho visto le foto che ritraggono tutti quei volontari nell’intento di recuperare una passerella in legno che la piena aveva divelto si chiama “Coord. Schioppo Bene Comune”.
Da tempo esiste addirittura un coordinamento, un’organizzazione che si occupa di quel sito e i risultati si vedono poiché niente si ottiene davvero senza che ci sia una vera organizzazione. E’ in piedi anche un iter per ottenere un qualche riconoscimento di protezione naturalistica per quell’area, grazie all’interessamento dei cittadini. Insomma, nonostante il fiume Cosa, il corso d’acqua sul quale sorge Frosinone e che probabilmente è il motivo per il quale Frosinone è lì, non alimenti più come un tempo la cascata dello Schioppo poiché le sue acque vengono dirottate verso il lago di Canterno ormai da decenni (con bella pace e sonno dei frusinati che, quando accadde il fattaccio, non se accorsero neanche e non ottennero neanche un ristoro) c’è chi continua pervicacemente e a ragione a vedere la bellezza del luogo. Chi s’impegna a proteggerlo in cambio di niente. Chi “milita” con passione per l’ottenimento di un risultato. Per un’idea.
Credo che la politica si debba interrogare davvero, profondamente e sul serio su questa faccenda. Sul perché a fronte della clamorosa disaffezione per la partecipazione all’attività politica ufficiale ci sia gente che svolga con grande passione, invece, un’attività politica alternativa e forse disperata. Sia chiaro infatti che l’azione organizzata per la causa dello Schioppo, per tutti gli Schioppi che generano l’agire delle migliaia di associazioni di volontari sparse qua e la per l’Italia e attivissime in altrettanti campi, è politica. Gente che lotta per una causa che ritiene giusta. La stessa gente che tornerebbe ad affollare le sezioni dei partiti se solo questi fossero credibili, se lottassero per cause giuste e disinteressate e avessero come fondamento il bene collettivo, il “bene comune”. Non serve interrogarsi troppo.